martedì 30 maggio 2017

Blue Whale: la Polizia in prima linea contro il terribile “gioco” della morte


Il fenomeno orribile del “Blue Whale” sta, purtroppo, prendendo piede anche in Italia tra ragazzi per lo più adolescenti e gli interventi della Polizia Postale e delle Comunicazioni a seguito delle molte segnalazioni sono sempre più numerosi. Ma di cosa si tratta? 

L’ideatore di questo “gioco” della morte sembrerebbe sia Philip Budeikin, un giovane di 21 anni recluso in un carcere russo dal 2016, il quale ha confessato di aver istigato almeno 17 adolescenti connazionali al suicidio per “purificare la società”. Per partecipare al Blue Whale bisogna eseguire 50 richieste suggerite da una persona tramite internet, che manipola i ragazzi e gli ordina di alzarsi nel cuore della notte per vedere un film horror o andare in luoghi isolati o in cimiteri, farsi dei selfie in posti pericolosi come tetti di palazzi o binari della ferrovia, atti di autolesionismo, il tutto come “preparazione alla morte”, che si concretizza con il suicidio.
La Polizia tiene costantemente monitorato il web e soprattutto i social network così da evitare tragedie di questo genere e attraverso il sito ufficiale elenca una serie di consigli, sia per i genitori che per i ragazzi, così da non farsi coinvolgere in questa terribile pratica. 
Gli ultimi episodi in Italia si sono verificati proprio in questi giorni: una quindicenne di Fiumicino, alla quale le era stato ordinato di suicidarsi appoggiando la testa sui binari del treno, è stata salvata grazie all'intervento della polizia in seguito alla segnalazione di una sua amica di chat, mentre un’altra ragazza di quattordici anni di Ravenna, che sul proprio profilo Facebook aveva postato foto con lesioni su un braccio, ha evitato di procedere oltre questo malsano gioco dopo l’intervento della scuola che ha prontamente avvisato la famiglia.
Il consiglio principale della Polizia rimane quello di segnalare alle autorità eventuali contatti da parte di sconosciuti attraverso internet, Whatsapp, Facebook, Instagram o altri social così che possano intervenire prontamente e mettere fine a questa terribile pratica.


Segui Convenzioni Istituzioni su Facebook: