giovedì 3 maggio 2018

Aggressioni a medici e infermieri: allarme sicurezza negli ospedali

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I nuovi dati Inail del 2018 rivelano come in un anno sono 3000 i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari aggrediti in corsia, nel 70% dei casi le vittime sono donne, soprattutto guardie mediche. Le violenze denunciate, con una media di tre episodi di violenza al giorno, però, sono solo 1200.

Secondo il sindacato degli infermieri, le figure più esposte alle aggressioni, che vanno dalle percosse fino ai tentativi di stupro, sono gli addetti del pronto soccorso, seguiti da medici, infermieri e personale della guardia medica. Alla base delle violenze ci sarebbero diversi fattori, in particolare l'insoddisfazione per i servizi e le lunghe liste di attesa. 
Fino a quando non si prenderanno seri provvedimenti a riguardo per bloccare questo fenomeno, strutture e diverse associazioni hanno avviato diverse iniziative, come l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, che ha già messo a punto dei corsi di autodifesa che rientreranno nella normale formazione professionale medica. A Pordenone, invece, il locale ordine dei medici e l’associazione degli Alpini hanno siglato un accordo che prevede un servizio di protezione per i medici di guardia.    
La Federazione di Asl e ospedali propone pene più severe: "Le aggressioni negli ospedali e negli ambulatori pubblici sono un'emergenza che richiede risposte d'emergenza, a cominciare dall'inasprimento delle pene per chi aggredisce gli operatori delle aziende sanitarie".


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