martedì 19 novembre 2019

I diritti del lavoratore pubblico


La riforma Madia ha portato con sé due importanti decreti legislativi che hanno comportato delle significative novità nell'ambito del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni: il d.lgs. n. 74/2017 e il d.lgs. n. 75/2017. 

Essi rilevano in particolare per aver modificato la disciplina della valutazione delle performance, delle assunzioni (attraverso l'introduzione del piano triennale dei fabbisogni), delle azioni disciplinari, della valorizzazione dell'esperienza professionale, dell'integrazione dei disabili e dell'indennizzo in caso di licenziamento illegittimo. Quindi, oltre ai doveri e obblighi dell’impiegato, fa riscontro una serie di diritti, di diverso contenuto e consistenza giuridica. 
I diritti dell’impiegato si possono distinguere a seconda che abbiano un contenuto patrimoniale o non patrimoniale:
  • diritti patrimoniali: fra i diritti patrimoniali degli impiegati dello Stato, il più importante è quello alla retribuzione. Si tratta una prestazione periodica in denaro cui la P.A. è tenuta verso i propri dipendenti, come corrispettivo del servizio prestato e, quindi, va commisurata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto dall'impiegato. La retribuzione si articola, in genere, in un trattamento fondamentale, comprensivo delle voci a carattere fisso e continuativo, e in un trattamento accessorio, costituito da emolumenti eventuali ed occasionali;
  • diritti non patrimoniali: il diritto all'ufficio, inteso come diritto alla permanenza nel rapporto di lavoro; il diritto allo svolgimento delle mansioni; il cd. diritto alla progressione; il diritto al riposo, in base al quale il lavoratore ha diritto a godere delle ferie e ad assentarsi per motivi particolari (mediante permessi) o in caso di malattia; il diritto alla riservatezza, per cui alle pubbliche amministrazioni è imposto il rispetto di particolari condizioni per il trattamento da parte di soggetti pubblici di dati sensibili, specialmente quelli idonei a rivelare lo stato di salute; il diritto alle pari opportunità tra uomini e donne sul luogo di lavoro, che prevede che le amministrazioni pubbliche svolgano un ruolo propositivo e propulsivo ai fini della promozione ed attuazione concreta di tale principio, attraverso la rimozione di forme esplicite ed implicite di discriminazione (art. 57 D.Lgs. 165/2001).


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