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Che cos’è la Dislessia?
La Dislessia è un Disturbo specifico di Apprendimento altrimenti detto anche Disturbo della Lettura e clinicamente viene diagnosticata attraverso specifiche prove che valutano i parametri di Velocità e Accuratezza.
E’ importante sottolineare che per disturbo di lettura ci si riferisce alla Decodifica, ovvero alla capacità di riconoscere e pronunciare in modo corretto le parole di un testo. Inoltre, la lettura di un dislessico risulta essere più lenta e meno fluida rispetto a quella di un non dislessico.
Mio figlio e la Dislessia…
Al giorno d’oggi la Scuola è abbastanza attenta alle problematiche dei nostri bambini e quasi sempre capita che siano proprio maestre ed insegnanti a segnalarci qualche difficoltà nel campo degli apprendimenti.
Anche noi genitori, però, possiamo avere un occhio accorto su ciò che succede.
Mentre supportiamo i nostri figli nei compiti, potremmo invitarli a leggere a voce alta seguendo il testo che stanno leggendo; in questo modo possiamo immediatamente capire che tipo di errori commettono nella lettura, ad esempio: inversione di lettere, omissione della sillaba inziale o finale della parola, sostituzione di parole, o ancora se “saltano le righe”.
Dato che anche la comprensione del testo potrebbe essere compromessa, pur non rientrando nei Disturbi Specifici, dopo la lettura si potrebbero fare delle domande per verificare cosa il bambino abbia capito di quello che ha letto.
Dislessia e studio
Un livello ritenuto sufficiente per lo studio autonomo si colloca intorno alle 2/2,5 sillabe al secondo che coincide con la decodifica diretta delle parole intere (ovvero vedo una parola e sono in grado di leggerla senza spezzarla in sillabe).
Questa velocità normalmente si raggiunge verso la fine del secondo anno di Scuola Elementare mentre un dislessico (in assenza di trattamento) la raggiunge verso il secondo/terzo anno di Scuola Media.
Diventa quindi di fondamentale importanza intervenire quanto prima con percorsi appositamente studiati in base alla gravità del Disturbo e personalizzati in base alle esigenze di ogni singolo bambino.
Prima si riesce ad intervenire e prima possiamo rendere autonomi i nostri figli nello studio senza rischiare di danneggiare la loro autostima e la loro motivazione.
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