venerdì 11 giugno 2021

Disturbo di comprensione del testo: cos’è?

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Disturbo di comprensione del testo: cos’è?

Il disturbo di comprensione del testo scritto è caratterizzato, rispetto ad altri disturbi dell’apprendimento, dal riferimento ad una variabile (il testo) di difficile controllo sperimentale, da una minore specificità e da una minore possibilità di individuazione di substrati neurologici specifici.

Tale disturbo può essere definito come la difficoltà a comprendere in modo adeguato il significato del testo ed è particolarmente specifico se si accompagna ad un’adeguata capacità di decodificare il testo stesso. Nella pratica scolastica e clinica, si possono incontrare bambini in cui a competenze di lettura nella norma corrispondono non altrettanto adeguate capacità di comprensione del testo: in altre parole, questi bambini leggono bene ma hanno forti difficoltà a capire quanto hanno letto. 

In quanto problema che coinvolge aspetti cognitivi di ordine superiore, il disturbo di comprensione del testo (DCT) non può essere considerato un disturbo di apprendimento “specifico”, infatti i profili dei bambini che rientrano in tale categoria sono estremamente eterogenei e dunque risulta molto difficile fornirne una descrizione unitaria. Ciò nonostante è opportuno evidenziare che il bambino con DCT, considerate le difficoltà che incontra, può comunque rientrare tra i bambini con Bisogni Educativi Speciali (BES) e quindi usufruire della personalizzazione della didattica.

La comprensione di un testo implica la costruzione di una rappresentazione mentale dei contenuti in cui le nuove informazioni vengono integrate in modo appropriato a quelle già possedute dal bambino. A sua volta, la rappresentazione mentale coinvolge funzioni quali la memoria a breve e lungo termine, la memoria di lavoro, la metacognizione e le abilità di decodifica e sensibilità al testo. 

Le differenze tra lettori abili e meno abili potrebbero riguardare la quantità di conoscenze precedenti che un lettore possiede, un lettore riesce cioè a comprendere e ricordare più facilmente testi che riguardano argomenti in cui è “esperto” a prescindere dalle caratteristiche del testo stesso e ciò gli permette di fare le adeguate inferenze (specificando che fare inferenze significa capire le cose non dette all’interno del testo, fare collegamenti e comprendere il significato di un parola sulla base del contesto in cui è inserita); la capacità di trarre inferenze dal testo è dunque strettamente legata al livello di maturità raggiunto dal lettore. 

La comprensione del testo coinvolge anche la memoria a breve termine e la memoria di lavoro. La memoria a breve termine è il magazzino che consente il mantenimento temporaneo delle informazioni; una sua caratteristica è quella di essere a capacità limitata e può quindi contenere un numero circoscritto di informazioni. I due tipi di lettori differiscono nel recupero della memoria a breve termine per una diversa abilità nell’inibire le informazioni non importanti: i cattivi lettori, non riuscendo ad inibire le informazioni irrilevanti, mantengano attive in memoria troppe sottostrutture che appesantiscono la rappresentazione globale del testo.



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