giovedì 10 giugno 2021

Incontinenza urinaria maschile

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L’incontinenza urinaria rappresenta un grave problema sanitario, per il notevole impatto sociale e in termini di spesa per i presidi utilizzati (pannoloni, cateteri, traverse, sacche di raccolta urine) il cui costo è spesso a totale carico del paziente e per i notevoli risvolti psicologici che tale problema comporta. L’incontinenza urinaria, tradizionalmente appannaggio del sesso femminile per cause anatomiche e fisiologiche legate all’invecchiamento, presenta anche un notevole incremento nella popolazione maschile. 
Si stima che in Italia ci sono circa 3 milioni di pazienti affetti da incontinenza. 

La Società Internazionale della Continenza (ICS International Continence Society) definisce l’incontinenza come “il sintomo di qualunque perdita involontaria di urina” classificandola in 3 tipi diversi: 
  • Incontinenza da sforzo, perdita involontaria di urina sotto sforzo, colpi di tosse, starnuto; 
  • Incontinenza urinaria da urgenza, perdita involontaria di urina preceduta da impellenza minzionale; 
  • Incontinenza urinaria mista. 
Nel sesso maschile la forma prevalente è da urgenza minzionale, spesso secondaria, ad una ostruzione prostatica o a malattie neurologiche e/o da invecchiamento. L’incontinenza grave, con la totale perdita dello stimolo minzionale, prevalentemente durante le ore diurne, é da attribuire ad una complicanza, prevista, ma non prevedibile, dell’intervento di Prostatectomia Radicale per tumore prostatico. 

Le nuove tecniche operatorie, Laparoscopia, prostatectomia robot-assistita, hanno notevolmente ridotto le complicanze, Incontinenza e deficit erettile, ma comunque sono ancora presenti. 

La causa chirurgica é legata al danneggiamento della struttura muscolare e/o innervazione. La tecnica nerve-sparing adottata riduce anche il recupero postoperatorio della continenza. 

Una lieve perdita di urina postoperatoria può essere corretta con un trattamento fisioterapico dei muscoli del piano perineale. 

Nei casi più gravi la soluzione é sicuramente chirurgica con il posizionamento dello sfintere artificiale. 

Nel 1973, anno in cui un chirurgo americano impiantò per la prima volta uno sfintere artificiale, sono stati fatti passi da gigante con nuove tecniche fino ad oggi con l’impianto di una nuova protesi sfinteriale completamente occultabile e perfettamente funzionale, tale da ridare al paziente un significativo miglioramento della qualità della vita.


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