Lavorare per pochi euro, in condizioni disumane, senza nessun diritto, neanche il giorno di riposo. Uno sfruttamento che colpisce per lo più i migranti in arrivo nel nostro paese. Un fenomeno che, nelle scorse ore, la Polizia ha provato a contrastare con una maxi operazione anti-caporalato che ha interessato diverse province italiane.
L'azione - condotta dalle Squadre Mobili di Caserta, Foggia, Latina, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) - ha portato al controllo di 26 aziende e all'identificazione di 235 persone.
In provincia di Ragusa sono stati effettuati tre arresti e undici persone sono state indagate in stato di libertà per reati inerenti lo sfruttamento della manodopera clandestina ed extracomunitaria.
Un provvedimento di sospensione dell'attività agricola, per inosservanza delle normative sul lavoro, è stato notificato invece in provincia di Foggia, mentre in provincia di Reggio Calabria sono state comminate 4 sanzioni amministrative per irregolarità nei trattamenti retributivi, previdenziali e fiscali. Nella stessa zona, sono state eseguite inoltre numerose perquisizioni per accertare l'eventuale possesso di armi ed esplosivi.
Diverse le storie raccontate dai lavoratori sfruttati, alcuni impiegati dalle 6 del mattino alle 19 di sera, spesso costretti in serre in cui il caldo insopportabile provoca costanti stati confusionali. Il tutto, per 25 euro al giorno.
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